Vivere circondati da stronzi

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Poco tempo fa un amico mi avvertiva del fatto che ascoltare persone che hanno problemi, anche per il solo fatto di volerle aiutare, porti alla depressione.

Ma in realtà, forse perché sono troppo cinico, o eccezionalmente insensibile, ascoltare chi so che poi mi dirà grazie, sento nel mio profondo che mi fa star bene.

E mi sto sempre più rendendo conto che rabbia e sconforto mi derivino dal fatto di dover avere una vita sociale poco distanziata da un sacco di stronzi dispensatori di energia negativa.

Già, sono un sociopatico arrogante, un vanesio che pensa di essere chissà chi, ma è arrivato il momento di dirlo chiaramente a tutti: sono quello che sono.

Il saldo dei primi 55 anni è molto positivo dal punto di vista etico e morale, e quindi, pur consapevole che ogni mio sforzo per migliorare il mondo sia solo una goccia nel mare, lo sono anche del fatto che gli sforzi di quelli come me valgono almeno 50 gocce di uno qualsiasi della mandria di inetti egoisti che popolano la faccia di questa terra.

Quindi io contribuisco almeno quanto una tazzina di caffè al riempimento del mare.

Sì, un gocciolone, sono una tazzina, sono una chicchera.

E non è nemmeno troppo vero che io abbia imparato a piacere a me stesso, e lo so che questo sarebbe un punto molto importante, ma sono certo che sono sordo ai giudizi altrui su di me.

Dovrei volermi bene, rispettare il mio fisico, essere amico di me stesso. Questo è l’invito dei più che mi conoscono, e poi penso che mentre perdo tempo per stare bene, c’è un buco nero che fa di tutto per risucchiarmi nel nulla, insieme a tutte le persone che si preoccupano per me.

Tanto tempo fa guardavo il mio consunto catalogo dei trenini e nell’unico modello all’epoca per me economicamente raggiungibile e che avesse le porte scorrevoli, solo guardandolo sulla carta ho caricato montagne di casse e di barili pieni di sogni.

Oggi mi accorgo che ho vissuto mezzo secolo in pieno carnevale, in un mondo fatto di maschere che oggi stanno cadendo ad una ad una, e mi trovo a far correre i miei vagoni dei sogni su binari morti, o divelti da un rostro cattivo.

Questo non mi fa brutto, questo non mi fa strano, mi fa solo forte nella determinazione e stanco nel fisico di un uomo che ha vissuto intensamente molte vite medie, con alcune storie da raccontare, tante cose da restituire, qualche ideale da difendere.

Dai forza, mai nulla di bello hanno fatto coloro che non credevano che dentro di loro ci fosse qualcosa di più grande di ciò che il mondo avesse già visto, ed io non voglio l’universo contro di me per il solo fatto di non credere a quel fuoco che mi brucia dentro.

Io sono incazzato nero, ma sono contento di essere semplicemente me stesso, facendo finta che ciò sia normale anche per gli altri con cui, in realtà, non ho nessuna voglia di confrontarmi, cosicché tutti mi rispettino e non si tolgano il dubbio sulla mia presunta superiorità.

“Amare se stessi è l’inizio di un idillio che dura tutta la vita”

è stato detto da Oscar Wilde, e

“Quando uno è contento di se stesso, ama l’umanità.”

ha chiosato Pirandello.

Eppure, con tutte le paure del mondo, sono qui per essere l’eroe di qualcuno, un eroe la cui essenza è la fiducia in se stesso, ed oggi che sono grande ho acquistato quei vagoni che sono tutti qui in fila davanti a me, in attesa del carico di casse piene di felicità da consegnare in ogni stazione.

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