“Scrivi, che mi piace come lo fai”.
Ogni tanto mi diverto a scrivere due righe, talvolta anche di più, per tirare fuori ciò che mi fa soffrire, arrabbiare… insomma, se scrivo mi devi stare lontano.
Poi con un paio di click vai nei post, ti leggono, piaci, ed ogni tanto mi sento citato in TV da quel bellicoso di Vicus.
Vicus il professore di lettere, di greco, di latino, con lo scettro del comando sempre in mano nel suo castello di pareti fatte di led.
Ti sorride, in fondo è un guerriero buono che coi ragazzi ha avuto tanto a che fare, e sa gestire quelli da cui la marachella te la devi sempre aspettare, e allora si scherza seriamente, in quegli abiti italici che a noi vanno a pennello, senza nemmeno fare l’orlo.
Nascono amicizie tra guerrieri, quelli che per le battaglie fanno i km e si alzano di notte, partono all’alba, come gli incursori ed i cavalieri, che poi lo sai che basta un piccolo gesto di disponibilità per legarti col sangue.
E quei guerrieri hanno un’anima dolce, sono quelli che la notte fanno la guardia perché c’è il nipotino da proteggere o qualche italiano a cui dare voce, sono quelli che si accorgono quando hanno davanti un nemico, ma lasciano sempre una opportunità per convertirsi.
Si va avanti insieme Vicus, affrontiamo un milione di persone, un milione di bocche che rischiano di restare asciutte, un milione di cuori che non possono più battere come una volta.
A presto, facciamogliela vedere noi come non si fanno ammazzare gli italiani.