Ci sono dei discorsi che portano sempre agli stessi argomenti, e questo a causa di certe convinzioni che non ti togli mai di dosso.
E allora se parli di una donna la giudichi solo per ciò che fa nel letto, e se ti chiedi di come aiutare qualcuno, ti chiedi dove trovare i soldi per farlo, come se questo sia l’unico modo per tendere una mano.
Così c’è chi aiuta e chi si fa aiutare. I primi quasi sempre senza attendersi nulla in cambio, i secondi…
Un giorno una persona mi insegnò che arriva il momento di dire “grazie, basta così”, e forse questo dovrebbe essere un insegnamento da scuola obbligatoria, perché prima di pensare a come ricambiare l’aiuto ricevuto, sarebbe meglio capire quando dire “basta così”. Il grazie è optional, a me da pure fastidio perché mi mette in debito di un “prego”, ed io odio avere debiti, ma quando è che è basta?
Dopo mesi di sostegno, chi si deve sentire in obbligo? Chi ha donato il proprio tempo e sacrificio, o chi ne ha goduto? E quindi se la persona da aiutare diventa un’altra, o se le forze vengono meno, ci si deve sentire inadeguati perché non si può andare oltre? Si acquisisce un diritto di aiuto usufruendone per un certo periodo?
Dai non guardatemi male, non pensate che io ce l’abbia con chi fino a ieri affiancavo e sostenevo, perché è forse arrivato il momento di voler bene anche a me stesso, almeno un pochino, così poi riprendo vigore e le mie braccia tornano forti come prima.
Non abbiatecela con me, per ora basta così, poi vedremo cosa la vita comanderà, mentre, ne sono certo, la vostra di vita, è già molto migliorata.