E’ una questione di scelte, scelte da fare, scelte di cui sei oggetto.
E allora tu scegli di essere l’uomo giusto che credi che sia nato dentro di te tanto tempo fa, mentre per gli altri sei la seconda scelta da immolare davanti ad un interesse che non riesci a capire.
Sei inutile, sacrificabile?
Chi era colui che sosteneva che noi dobbiamo, come seconda miglior scelta, prendere il minore dei mali? Siamo seconde scelte per taluni, il minore dei mali per il filosofo, ma mi chiedo: chi subisce questo male minore e perché lo dovrebbe subire?
Possibile che la vita sia solo una storia continua di morte, privazioni e sacrifici che ti condizionano fino al punto di pensare che alzare la testa sia peggio, e non vedi nient’altro che uccidere, ed il tuo destino è niente più che sopravvivere?
Possibile che in questo mondo non vi sia qualcosa di più per cui vivere?
Basta dire “è la vita!”, “è sempre stato così!” perché questa sia vita, in un mondo pieno d’odio ed in cui le persone muoiono ovunque senza diritti?
Lo chiamiamo fato? Lo accettiamo così? In un mondo in cui l’arte è una rivolta contro il fato, non lo posso accettare, ed io che ripudio la violenza, sono senza quella chiave per capire perché l’unica cosa che può evitare l’apocalisse siamo noi che, dicono, sarebbe meglio che non facessimo niente.
E allora guardo avanti in cerca di qualcuno di prima scelta che voglia ascoltarmi, altrimenti non è dialogo, è tempo perso.
La vita è certamente qualcosa di più di tutto questo, e , ne sono certo, le persone intelligenti pensano che la loro prima scelta sia la calma, ma sanno che, eventualmente, ne esiste anche una seconda.