Quel granello di sabbia in un occhio che ci tormenta sempre come l’amore più grande che non possiamo scordare.
Eppure vorremmo dimenticare tante cose: come sarebbe più semplice la vita se ci fosse un bottoncino da schiacciare per far sparire i ricordi che non vogliamo più.
Ricordi belli, ricordi brutti, alla fine siamo ciò che ricordiamo, inconsapevolmente sempre ad ascoltare ciò che sarebbe bello fare e non fare, per ciò che prende forma con quelle alucce sulle spalle che ti urlano siiiiii…. nooooo!
E così anche un dolore non fa poi così male al ricordo di tutti i pesi portati in passato, ed ogni cosa va condita col profumo dei pensieri che tolgono il sonno delle notti passate a guardare il soffitto, perché sono i ricordi che tolgono il sonno con i rimpianti che ti assalgono e ti stringono la gola.
Quel nodo delle cose buone di una volta, l’odore dei ricordi dei tuoi vecchi, di porte rimaste chiuse per molto tempo, di finestre con le tende colorate sui fiori del giardino, quella fragilità pesante e nostalgica che, certe volte, risulta vergognosamente triste, come quelle sere d’inverno, stretti insieme a guardare la solitudine negli schermi lucidi che raccontano le favole in cui il gelo è tanto caldo, in quei mondi in cui sarebbe bellissimo vivere senza saperlo.
E allora dov’è quel bottone di reset, e poi avrei il coraggio di schiacciarlo e diventare zero assoluto, pronto a ripartire e ricominciare punto daccapo?
Rinuncerei alle mie radici se potessi, rinuncerei ai miei giorni passati, finanche agli attimi?
No, non lo farei, perché poi, perso anche l’ultimo ricordo di noi stessi, non potremo più piangere che lacrime finte.