Perché ti fosse risparmiato tutto questo

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Fate una prova, mettetevi seduti comodi sulla vostra morbida poltrona, avviate il vostro film preferito e, dopo un minuto, premete il tasto mute.

Togliete le parole, togliete la colonna sonora… cosa vi resta? Vi piace ancora?

Scorrono le scene vuote di facce note, che non ti dicono più niente, perché il film è la realtà di chi lo ha pensato, sono le sue idee, con i colori ed i suoni, con le emozioni financo capaci di farci percepire gli odori che ci tornano alla mente mentre evochiamo le nostre immagini del mondo.

Quelle immagini sono ciò che vorremmo costruire nella realtà, quando la parola costruttore aveva un senso materiale e non la puzza di un paravento politico.

E allora, anche adesso, metti il sound a questo momento, ascolta una canzone, la canzone, senza farti distrarre dalle sue parole mentre leggi queste di cui stai cercando il senso, ma per qualche strano motivo, ti stanno coinvolgendo.

Nessuno vuole chiudere gli occhi, tranne quando è ora di sognare ed immaginare il mondo che coi i suoi mezzi vorrebbe contribuire a costruire. Lo so, niente esce bene come lo hai immaginato, niente ti darà mai la felicità di cui hai goduto mentre lottavi per realizzare qualcosa, per ottenere qualcosa, per essere qualcuno.

E noi oggi, in questa vita senza altoparlanti, dove le immagini scorrono mute ed insignificanti alla velocità della luce, dove il mostro ha schiacciato il tasto mute perché la musica tornerebbe a farci battere i cuori, noi che vediamo folle incapaci di guardare al di là del proprio naso coperto, greggi in transumanza che stanno obbligando anche i sognatori a cancellare le loro immagini del mondo, noi oggi, dicevo, che film vogliamo far vedere a chi verrà dopo di noi?

Esisterà una storia avvincente, saremo in grado di immaginare una vita non avvolta nella paura e nella miseria spirituale di milioni di persone che nemmeno potranno più essere padre e madre, titoli che non serve conseguire a scuola e quindi alla portata anche dell’essere più infimo mascheratore?

E senza sapere se sei madre o padre, senza le immagini del mondo che solo noi che eravamo liberi abbiamo nella mente, senza i suoni che come macchine del tempo ti spostano in una frazione di secondo da un decennio all’altro, che realtà potremo realizzare, che insegnamenti avremo da dare?

Senza essere padre e madre, varrà la pena procreare o sarà l’istinto animale a dettare i ritmi della vita?

Senza un padre ed una madre saranno le provette a far diventare merci i nostri figli, prodotti da configurare sul sito intelligente, e gli occhi azzurri optional a pagamento?

Avremo la possibilità di avere il parto Prime, entro 24 ore invece che i soliti noiosi 9 mesi?

E di che vita parleremo? Della vita in gabbia a sognare le immagini del nostro mondo che c’era e che non potremo più creare perché ci hanno iniettato il virus dello sconforto e della rassegnazione? Eppure nelle nostre menti quel mondo esisterà, ma nessun millenial crederà mai che sia stato possibile.

Testimone della vita che sarà e che io non so raccontare, perché ora, con tutte le lacrime del mondo, ho compreso che la dura vera vita di prima è andata come è andata… perché ti fosse risparmiato tutto questo.

Ed io che volevo essere il tuo eroe!

Ma da domani tiro fuori le unghie, per chi c’è stato e per chi ci sarà.

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