O è vera una cosa, o è vero il suo contrario

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Sono tristissimo, sono tanto addolorato nel leggere tutto ciò che scorre su queste marmoree bacheche in cui ogni parola deve passare dalla cruna dell’ago del padrone.

Ciò che prima era sempre vero, ora non è mai vero, ciò che era la causa, oggi non deve mai essere la causa, ma la triste conta continua, prima sempre correlata, ora mai.

Sono persone quelle che contiamo, e per la terra che per loro spero lieve non fa differenza il perché i corvi neri gracchiano, ma ciò che rende triste tutta questa assurda roulette è che nessuno esca dal gioco e prenda in mano la situazione, come un essere umano dotato di cuore e cervello farebbe.

E’ evidente che il disco di vinile memoria sia rotto, è incredibilmente chiaro che tutto nasconda, molto male, una volgarissima campagna commerciale che non risparmia colpi bassi per chi non voglia abboccare all’amo.

Ma chi può credere che dietro montagne di miliardi vi sia il sentimento, la bontà? In Italia chi può veramente credere a questa cosa? Solo una mente debole e fuorviata, impaurita ed oggi allucinata da promesse che non saranno mantenute.

E se da un lato è da fighi modaioli non leggere ciò che si firma e camminare sui carboni ardenti, sicuri delle parole del guru (che non ti svela mai il suo trucco) che per ogni allocco gonfia il suo portafoglio, dall’altro suona facile dare del pauroso a chi si oppone e affronta gli invasati, forte del saper leggere anche tra le righe e, tutto sommato, avulso dalle mode idiote e truffaldine.

Avulso? Ma vi rendete conto che se avessi torto non dovrei fare tutte queste capriole semantiche per usare parole che non scatenino le ire del padrone, e potrei invece esprimermi con termini più comuni?

Siamo in un mondo in cui c’è chi non sa decidere se essere uomo o donna (ed hanno tutti i diritti di essere così), ma gli stessi infamano di immorale resistenza e codardia chi, se si vuole, glielo farebbe vedere subito se paura esiste in lui, lasciandogli chiari segni sulla pelle.

Ma sono tanto triste, giovani, anziani, donne, uomini, ognuno coi propri credo, ognuno con le proprie idee, ma quanto forzatamente indotti a prendere certe decisioni? Forse i milioni di persone povere che questa società ha creato in questi anni sono veramente liberi di decidere? Forse la scarsità di opportunità di lavoro lascia veramente aperta la possibilità di scegliere se fare, o non fare, una certa scelta? Forse le ingiustizie sociali che sono sotto i nostri occhi quotidianamente, ci permettono di decidere liberamente in coscienza?

No, anzi: meglio pochi, maledetti e subito si sarebbe detto in altri tempo. Poi si vedrà… poi.

E poi la conta continua, con il codazzo dei pro e dei contro, con l’odiosa supponenza dei non correlazionisti e l’altrettanta odiosa soddisfazione dei te lo avevo dettisti.

Non sono numeri, sono persone, sono tante, non è così che si affrontano i problemi, perché un problema c’è e non venitemi a dire che le cose sono chiare. Lo sono quanto lo scolo di una fogna, con lo stesso colore e lo stesso tanfo, la puzza degli scandali che in ogni dove escono coinvolgendo sempre chi ha insegnato, pontificato, comandato, puntato il dito.

Lo conoscete il paradosso del corvo?

E’ il paradosso di Ross, che adesso vi spiego perché voi non capiate: “l’introduzione della disgiunzione pone un problema per l’inferenza imperativa consentendo apparentemente di inferire imperativi arbitrari.”

Lo so che così non avete capito, l’ho fatto apposta, così vedete come è facile sembrare scienziati senza farsi comprendere, ma ora ve lo spiego meglio, con parole che potrebbero scatenare in voi una riflessione:

ogni non correlazione aumenta la probabilità che tutti quelli che fanno quella scelta sbaglino.

Ed anche ora, mentre qualcuno starà pensando quanto sia intelligente colui che scrive, penso un attimo a quanto sia facile prendere in giro le persone e quanto sia difficile aiutarne anche solo una.

Ma ai corvi voglio fare un invito: sono solo persone che vogliono vivere in pace, lasciatele stare, non vi hanno fatto e non vi faranno mai niente di male se lascerete loro una vita modesta ma felice. Non vi hanno mai impedito di diventare ricchissimi, non hanno mai intralciato nessuno dei vostri sporchi piani. Ora basta, perché tanto vi ho capito bene, ed ogni mela verde che vedo mi rendo conto di quanto siate neri nell’anima.

Neri come i corvi

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