La vita nel mezzo del fango

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Non so chi di voi ha mai provato a rallentare mentre sta percorrendo una dritta strada asfaltata, ha messo la freccia e svoltato a sinistra in una stradina che nella sua vita ha conosciuto solo buchi e pozzanghere.

La macchina saltella, ma quei salti li hai immaginati quel giorno in concessionario, quando hai comprato quella macchina lì, con tutta la sua voglia di avventura. Ora sei lì che sogni l’America, mentre il crick crack delle ruote che rompono il ghiaccio delle pozze ti fa sentire capitano della tua anima.

Gioie incomprensibili per chi non ha il coraggio di guardare chi c’è seduto sul sedile di fianco e ti tiene la mano.

La vietta si stringe e sale sempre più su, e mentre da un lato ti chiedi dove ti porterà, dall’altro ti senti al sicuro sul tuo cavallo che è nato per quelle praterie, e mentre il mondo liscio ed asfaltato ti faceva paura per la sua incertezza, qui sei a tuo agio, qui nessuno potrà farti male.

Stati d’animo incomprensibili per chi non ha il coraggio di guardare chi c’è seduto sul sedile di fianco e ti tiene la mano.

Già, non sei solo, al tuo fianco c’è la tua vita, il bambino che ti porti sempre dietro da sempre e non lo sai, quello che sogna e che sa ogni volta se stai facendo ciò per cui sei nato, quello che ti prende per mano se sei giù, quello che non devi tradire mai.

I prati gelati e imbiancati di qualcosa che ricorda la neve, ed il sole che fa scorrere l’acqua che la scioglie, mentre la terra dura si trasforma in un fango che si appiccica e non vuole lasciarti andare via. Ma chi vorrebbe più andare via?

Voglio di più, non basta questa emozione. Lì c’è una nuova via che basta girare un pochino e, con qualche scossone, sei immerso nella natura che si sta scongelando, e ti fermi a pensare che lì sei felice, spensierato e che niente al mondo potrebbe comprarti momenti così.

Lì sei tutto meno che solo, vita mia perché non ti trovo anche altrove?

Il tepore dei raggi che attraversano i vetri, la pelle dei sedili che ti accoglie più dolce, e attorno a te c’è tutto quello che ti fa star bene, senza pensare a nessuna meta, ma solo ad essere lì a divertirsi con i sorrisi della tua vita seduta lì al tuo fianco a strapparti sorrisi.

Poi il tempo vola e fai retromarcia e la natura decide di darti ancora una carezza col suo fango che ora richiede che il motore e la trazione integrale lavorino bene, e tu sei lì a vedere gli spruzzi ed a sentire che sotto di te sta succedendo un pandemonio, che poi lo vedi appena ritorni nel mondo civile, quel mondo in cui al tuo fianco non c’è più nessuno fino alla prossima avventura.

Vita mia io sono fatto così, se non c’è il me bambino sul sedile di fianco, io non so che farmene dei miei giorni.

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