Immagino il Dio dell’Universo sonnecchiare su una poltrona enorme e celeste, con lo sguardo di chi ha in mente una idea grandiosa. Dopo un po’ prende in mano il mozzicone di una matita e su un enorme foglio di carta bianca inizia a scarabocchiare una sfera con così tanti particolari che solo lui è in grado di comprendere e denominare.
Lui stesso si stupisce e delizia nel vedere ciò che con quello scarabocchio riesce a rappresentare, e mentre continua nel suo lavoro, un piccolo lembo di terra a forma di stivale, che aveva disegnato tra le acque, prende vita, inizia a tingersi, ad animarsi, e da lì a poco tutto il foglio bianco prende colore ed inizia a pulsare.
Quel posto nel mezzo dell’Universo è subito chiamato Italia, e da lì ogni magnificenza trabocca verso ogni angolo di quel sistema appena creato, mentre da ogni dove continuano a venire degli strani rumori che nemmeno il Creatore aveva ancora registrato.
Tutto era nato, e l’Italia da allora ha giocato in altalena per millenni, ora debole, ora fortissima, ma sempre fiera di quella storia che mai l’aveva vista ai margini, capace talvolta anche di essere arrogante perché nessuno ha mai potuto negarne la sua incredibile bellezza.
Ma chi è bello è destinato a soffrire, è condannato ad essere oggetto di invidia, così il popolo che potrebbe vivere solo ammirando a bocca aperta ciò che Dio gli ha donato con grande generosità, non è mai riuscito a trovare una pace duratura, o perché deciso a vendersi a chi dal freddo del nord sogna il sole capace di questo miracolo, o perché in preda a deliri di onnipotenza in cui Caino deve per forza uccidere Abele.
E siamo ad oggi, a quell’idea alla base della società in cui esiste un genere speciale di individui che sono al di sopra della norma e che per definizione la gente comune non può capire, perché ci sia chi è lui e chi invece non è un bel niente, l’unto dal Signore e mandato su questa terra, in questa terra, a seminare odio e sofferenza mentre si parla di democrazia.
Il compito della democrazia è la necessità di badare a che nessuno si innalzi in potenza tanto da superare la giusta misura, ma il popolo se ne è dimenticato, tradito e fuorviato da menti annebbiate dalla cattiveria, così confuse da credere nella virtù di un patto con un diavolo riconoscente.
Oggi scopriamo che la democrazia ha un costo, e quel costo è il rendersi conto che in democrazia il popolo non si deve aspettare che nessuno agisca per lui, perché il potere è già del popolo, ed il dovere di fare è del popolo.
Ed allora è ora di guardare avanti, è ora di togliere i chiodi da quella croce su cui è stata innalzata la nostra Italia, vittima di troppi falsi profeti, troppi finti virtuosi, troppi vergognosi affaristi che pensano di abbeverarla con una spugna intrisa d’aceto e poi dilaniarla con le proprie spade.
E’ ora di fare, con serietà e giustizia, è ora di lavare ogni peccato compiuto da chi crede in una vita nel nome del maligno e all’ombra della vergogna, perché non vi sia italiano lasciato indietro, perché non vi siano più lacrime da versare inutilmente.
Ho tanta paura della perdita della democrazia, e chi sa cosa sia la non democrazia, si dimentichi il suo percorso, la sua storia, e si volti dall’altra parte mentre ogni diritto si perde pian piano, nell’indifferenza generale, perché fa comodo non schierarsi, o, peggio vendersi, come hanno fatto in tanti ultimamente, quelli che, un giorno, Dio cancellerà per sempre dal suo bellissimo disegno.