Grazie dei fiori, anch’io ti farò un mazzo così

Credo che la gente vada aiutata sempre, pure senza un motivo particolare.

Direi che il momento giusto per aiutare sia quando sembri non esserci motivo, o quando nessuno te lo ha chiesto.

Sì perché, pensaci bene, ti sarà capitato che qualcun altro ti abbia teso la mano proprio quando ti serviva e, da quel momento, ti sei sentito in debito con la vita. Un debito pagabile a vista, in ogni frangente, con chiunque allunghi una mano perché si trova in acque troppo profonde.

Un debito che non finisci mai di saldare fino in fondo, che si paga con l’impegno per la parte capitale, e con la rinuncia alla riconoscenza per la quota interessi.

Lo so, può sembrare irriconoscente chi, avendo avuto un aiuto, non trovi il modo per ringraziare e sdebitarsi, ma forse è solo in difficoltà, imbarazzato per il peso di aver dovuto accettare quel grande dono. E’ un piatto pesante da digerire!

E tu sii pronto ad aiutarlo anche a superare tale imbarazzo.

Inverti la riconoscenza, trasformala in qualcosa di vivo che non assolve soltanto dei benefici ricevuti, ma addirittura costringe i nostri amici a sentirsi obbligati, che ci ripaghino di ciò che ad essi dobbiamo.

Tanto il valore che assegneremo ai ristori non sarà mai abbastanza, perché l’orgoglio di chi dà e l’orgoglio di chi riceve non possono mettersi d’accordo sul prezzo.

E allora via, a tendere entrambe le mani, che poi la sera potrai mangiare pesante, ma dormirai sempre bene come un bambino.

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