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L’acqua non lava la sofferenza

Ci sono cose nella vita che sono talmente trasparenti che fatichi a credere quanto siano pesanti, quanto siano influenti. L’acqua limpida è in grado di consumare ogni cosa e così la sofferenza, più è invisibile, più è celata, più tende quelle sottili corde, fino a quando con uno stridulo lamento, giunge il punto di rottura. Forse gli anni mi consentono di percepire la sofferenza grazie a qualche vibrazione che ne svela la presenza nelle mie vicinanze, mentre tutto scorre e il nuovo sostituisce il vecchio, implacabilmente, senza sconti. Così inizia a piovere, e porti il tuo ultimo saluto ad un’anima buona che ha lasciato da poco il suo corpo ormai logoro, e ancora la pioggia batte forte sul vetro della macchina puntata ad est, ascolti la gioventù coraggiosa che soffre per ciò che il mondo oggi offre, mentre l’ansia indica che la strada è sbagliata. Mezzo secolo di differenza che...
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Con chi dovremmo protestare? Con noi stessi.

Siamo italiani e dovremmo credere di meritare ciò che ci sta accadendo. Un gregge di persone che ripetono all’infinito che “gli italiani non si ribelleranno mai”, ma non fanno niente oltre a sibilare questa che non so quanto sia una profezia affidabile. Si dice che peccare di silenzio, quando bisognerebbe protestare, fa di un uomo un codardo, ma ci sarebbero così tante cose su cui protestare, che l’imbarazzo blocca la scelta e l’azione. Ed è paradossale come più si è sperimentata la sofferenza e meno si rivendichi, come se protestare significhi non aver attraversato alcun inferno. Protesta chi sta bene. Continuiamo a pensare che il nostro compito sia negoziare, dimostrare all’infinito che siamo dalla parte della ragione, che siamo capaci di resistere cercando di svegliare la coscienza dei desistenti. O forse ci reputiamo ancora un popolo ben governato, con la pancia piena, e così stiamo tranquilli sul sofà a vedere...
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Obbligati a cambiare

Potete scegliere il futuro che volete, purché sia nero! Questo è il messaggio che un sistema, più morto che malato, propina a tutti gli uomini di buona volontà costretti a credere che una moneta a debito sia una cosa buona, e che le bugie abbiano le gambe lunghe. Ma per fortuna abbiamo tutti i mezzi per guardare la storia dell’uomo, mai stata facile, sempre piena di geni incompresi e contrastati, probabilmente raccontata con ampi margini di sadica volontà manipolatoria, sicuramente scritta dai vincitori, e in cui l’unica cosa certa è che certi uomini sono sempre riusciti ad inventare un progresso benevolo, in anticipo sui tiranni che quel progresso volevano fagocitare. È sempre stato così, malgrado le buone parole i regimi hanno sempre inseguito con la spada insanguinata i frutti di chi guardava ad un futuro equo e migliore, ma poi si accende la luce e qualcuno partorisce quell’idea travolgente che...
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In vigile attesa della felicità

E che cos’è la felicità? Magari è quando aspetti per ore una telefonata e… drin drin. Magari è quando calpesti la sabbia dopo un anno di freddo. E gli occhi di un bambino incantato mentre sogna i suoi calciatori preferiti, quanta felicità valgono? Di più o di meno di quelli di una bambina con in mano la sua bambola nuova con i capelli biondi? O forse è felicità il semplice fatto di potersi permettere il lusso di essere qui a chiedersi cosa sia questa emozione, qualcosa di raro ultimamente, come il tempo da dedicare a se stessi. Felicità è quello stato d’animo raggiunto il quale non si desidera nient’altro, dicono, ma il mondo gira gira gira, e nemmeno gli stati d’animo rimangono stabili, e quindi sempre in guerra sognando la felicità, una prossima felicità che avremo se… Forse felice è il leone quando inizia a correre la mattina, o forse...
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Per sempre

C’è quella sensazione di fare tutto per nulla, che mi prende forte mentre sogno e poi realizzo. È come se sulla mia strada, non troppo lontano, vi fosse un muro contro cui inevitabilmente sbatterò se velocemente qualche lampadina non si accenderà nel mio cervello. Non lo nego, è deprimente, e la mattina sale la rabbia e lo scoramento, la voglia di lamentarsi è incontenibile, fino a quando inizio a fare il mio lavoro. Allora la testa pensa ad altro e ordina al corpo di produrre, fino a quando scatta una domanda semplice: “Ma per chi produco?”. Un grande dolore, un immenso disagio attraversa tutta la nostra (una volta) splendida Italia, con un popolo che si gira dall’altra parte e non vede, si impegna ad ignorare le cause di un degrado ormai irreversibile come la cancrena di un arto diventato nero. Eppure vedi le opportunità, ve ne sono quante non mai,...
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Aspettiamo il momento giusto

Ma la rana delle favole quanti baci vuole ancora? È diventata principessa mille volte in mille favole, ma la trovi triste ad ogni “C’era una volta”, in cerca del principe che abbia qualcosa da dirle, che abbia voglia di ascoltare la sua storia in silenzio e con ammirazione. La rana delle favole c’è sempre in copertina, senza voglia di parlare, mentre guarda quel laghetto che non ha mai sentito casa sua e che ultimamente non sopporta più. E allora, storia dopo storia arriva il bacio principesco che dovrebbe cambiarle il destino, ma anche i principi sono uno diverso dall’altro e alla rana, ancora con gli occhi chiusi, non rimane che aspettare quello giusto, quello della vita che scorre felice e contenta. E poi finisce che non è il bacio che vuole, e poi finisce che vuole quel silenzio che dice tutto e non si scorda di niente, quell’attimo in cui...
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Come fanno a fare così schifo?

D’accordo, sei nato brutto e a pelle sei simpatico come un gatto attaccato ai testicoli, ma non è questo l’alibi per essere così, per fare queste cose. Chissà se i tuoi genitori ti hanno picchiato a fin di bene, perché sicuramente i tuoi amici ti hanno bullizzato, per avere oggi quelle idee di mostro. D’accordo, non hai studiato, non sai di che parli e quindi sbagli, ma quando vedi gli effetti dei tuoi errori, perché perseveri? Cosa c’è dietro, quale lupo cattivo ti ha sbavato sulla faccia brutta che hai, perché tu possa essere così apaticamente distruttivo, che se fosse per te le persone le caricheresti su una lunga tradotta per portarle in quei campi in cui si seminava odio e si raccoglieva morte. Forse hai mangiato la mela avvelenata da piccolo ed ora in effetti sei morto e come tale ragioni. Forse tifavi per Crudelia Demon e con i...
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Le rose, le spine e le mille inutili domande

Perché lei viveva nell’incertezza e anche quando aveva in mano qualcosa, si chiedeva immediatamente quanto tempo ci avrebbe messo a farla cadere in terra e a perderla. E allora quella maglietta non la metteva mai perché sicuramente si sarebbe macchiata di quell’unto che non va via… ma che rabbia! Non mangiava i mirtilli che sono indelebili sulla tovaglia, e la macchina dove la parcheggio che poi me la prendono a sportellate, che poi guarda che schifo qui dentro? Ma lei che diceva, che pensava veramente mentre viveva sana da malata, con la testa nel domani e nell’ieri, ma mai in quell’oggi che stava vivendo, come un cane al guinzaglio, obbediente a chi gli dice sempre che fare, mentre invidia il gatto che se ne infischia sonoramente delle umane gerarchie? E via una domanda dietro l’altra, un alibi dietro l’altro, un sogno irrealizzato dietro l’altro… sempre dietro l’altro, mai davanti, mai...
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E se in fondo alla tua anima scopri che sei un guerriero?

La vita è quella strada da percorrere per arrivare a ciò per cui sei nato. C’è chi la percorre velocemente e chi ha un secolo per pensare bene a dove mettere i piedi, ma per tutti sarebbe cosa buona conoscere il motivo intimo di tutto questo sacrificio. E allora pensa, e allora ascolta, così l’anima ti confida i tuoi segreti più nascosti, e tu sai qual è il tuo fine, cosa ti fa stare bene, e poi… Già, e poi? C’è chi è nato per vegetare, tutto bene. Chi è nato per tradire, per non essere un buon padre, un buon figlio, una buona guida, un buon niente. Lì è tutto facile perché basta una vita in cui non fare nulla di che, se non gli sporchi affari propri. Diciamo che la fatica più grande sarebbe trovare chi incolpare di ogni propria nefandezza, ma, in fondo, nemmeno quello è un...
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Far sparire tutti gli altri

Quanto fa male decidere di far sparire tutti gli altri e poter vivere quella vita che siamo nati per vivere, nascondendosi dietro il sole accecante senza che nessuno possa vederci, seduti sulla luna di giorno mentre nessuno può vederla? E invece i se, i ma, i però che ci riempiono la testa mentre il mondo gira e noi siamo così distratti per vedere quell’incanto in cui siamo immersi e di cui respiriamo l’alito. Perché noi pensiamo di essere ciò che crediamo di pensare, mentre non siamo nemmeno ciò che pensiamo di credere, ma siamo soltanto ciò che facciamo: il fare è l’unica cosa che conta, l’immediato valore che spargiamo in questo mondo in cui ci sono anime gentili che si nutrono di quel vento che sappiamo alzare, e che trasporta il polline da cui nascono i bei fiori. Mesi di tormenti, anni di lamenti, con le parole che corrono troppo...
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Te li tiro fuori io i sentimenti!

Ho imparato a prenderle che ero bambino, per tutto, per ogni cosa, che fosse sbagliata ed io ero cattivo, che fosse giusta ed allora era il mio dovere. Ho imparato che ero bambino che volavano più zoccole di legno in Italia che boomerang in Australia, ma erano botte amorevoli, date da madri che non ce ne sono più, o forse ce ne sono poche, perché se io sbagliavo lei ci rimetteva la reputazione. Ho imparato da bambino che dovevo sempre indossare un prêt-à-porter dignitoso e profumato, perché se fosse successa una disgrazia, una volta in ospedale avrei avuta salva almeno la mia dignità. Ma le calze coi buchi si rammendavano. Ho imparato da bambino che tutto stava nel ciò che gli altri pensavano di me, in ciò che sarei stato in grado di far percepire a coloro i quali mi sarei rivolto, perché gli angeli oggi ormai volati in cielo,...
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Nato Vergine dietro e Toro davanti

Quante volte ho guardato dritto da quel balcone sul quale, in quel giorno lunghissimo, un padre ed un nonno aspettavano il mio primo vagito per poi sapere se fossi stato maschio o femmina? Quel giorno in cui l’occhio vedeva sassi al posto del cemento e viti invece che kiwi, mi ha fatto diventare figlio desiderato di una mamma che ha sofferto, quel giorno d’estate di fine agosto in cui l’aria puzzava di meccanica italiana, ogni sogno era più che roseo, ed i cuori battevano di voglia di vivere ed ideali. Matematicamente nato dopo nove mesi dalla sacra unione, precisamente nato sotto il segno dei pignoli che niente accettano e a niente credono se non a ciò che è palesemente fantasioso. E allora sono un Vergine rompiscatole, con la facciata del Toro che non lo domi, col cuore che cambierei con una pietra, perché così tenero fa danni, che poi devo...
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