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Come siete belli

Scrivo per prendere tempo, per pensare all’aggettivo giusto per descrivere quel volto innocente che non sa comprendere, eppure si illuminava di stupore, di gioia, di serenità per ciò che aveva appena visto e che, in qualche modo, sentiva di aver perso tempo prima. Solo un attimo, un istante in cui gli occhi si sono sgranati nel vedere quel piccolo bacio, e poi, mentre io non so trovare la parola giusta, lei ha sorriso e ha sussurrato “Come siete belli”. Chissà chi ha ricevuto di più dall’altro, ma è un pensiero fisso quello di voler comprendere tutte quelle emozioni che esplodevano in quel volto di bambina che, appena sveglia, cercava qualcuno che le desse la sicurezza per affrontare la giornata. Ma poi perché devo comprendere, chissà cosa c’è da spiegare? La vita sono attimi così, attimi che con una parola giusta ti donano tutto quello che hai desiderato, e con quella...
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Alle 5 di mattina

Io nella vita ho fatto solo due cose: ho tanto lavorato ed ho tanto odiato lavorare. Sì lo ammetto, pur avendo fatto montagne di sforzi e sacrifici, non ho mai veramente avuto voglia di fare un cazzo. E forse è andata proprio così, non ho mai fatto fino in fondo ciò che dovevo, e non perché le 24 ore erano finite, ma perché ero troppo assorto solo nel pensiero di ciò che volevo io. Dovere, volere… cambia tutto, cambia lo spirito, la motivazione. E cambiano i risultati. E allora via tutti i giorni, senza sapere bene cosa sapessi fare e cosa no, in viaggio verso il dovere, con la mente nei sogni del volere che remavano dall’altra parte. E così, progetto dopo progetto, fallimento dopo fallimento, sempre più incerto sul definire ciò che sapevo fare oppure no, mi sono buttato allo sbaraglio ripartendo più volte da zero, trovando sempre dei...
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Cosa c’è, cosa non c’è?

Quell’insostenibile desiderio della gente di non farsi i cavoli propri, quella leggerezza d’animo con cui si butta giù la porta della privacy degli altri per fare domande irritanti ed elargire giudizi non richiesti. Di solito poi, a tutto questo interesse, corrisponde il totale disinteresse per l’obiettivo di tali fastidiose attenzioni: si fa così, per cattiva abitudine, magari partendo da un qualsivoglia rapporto pregresso che, secondo alcuni, dovrebbe garantire un qualche vantaggio nell’accettabilità delle intrusioni. Ed invece, la verità è che nella stragrande maggioranza dei casi state solo violando la regola storica che chi si fa i cazzi suoi, campa cent’anni. Siete poveracci morali con più scheletri nell’armadio del collezionista di ossa, con passati che solo l’età permette di valutare con un compassionevole sorriso, ma che in realtà vi pongono a migliaia di chilometri di distanza da me. Magari pretendereste anche che io mi nasconda temendo il vostro giudizio, mentre guardate...
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Le nubi nere all’orizzonte

Era il 1991, il sedici gennaio, una vita fa, una vita molto più lenta, ma per la prima volta la guerra era in diretta radio/tv, ed io ascoltavo dal mio macinìno mentre andavo a lavorare. Avevo vissuto tanti anni sotto l’incubo nucleare della guerra fredda, ma qui era diverso, qualcosa rendeva il tutto drammatico. Supermercati assaltati dal solito gregge che credeva che gli Scud potessero distruggere l’Italia, e tutti i media che godevano nell’infondere terrore. E allora si preparavano le contromosse, si installavano ovunque i Patriot, e la grancassa spettacolare continuava a suonare mentre l’esercito iracheno si arrendeva alle squadre della CNN senza quasi combattere. Già allora la sensazione che qualcosa non quadrasse era forte, che la costruzione continua della paura fosse evidente, e questo malgrado fosse la prima volta in cui la guerra andasse in diretta, con le sue immagini che all’epoca nessuno metteva in discussione, coi volti pesti...
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Dai, asciugati ste lacrime, non farti vedere così

Non gliela dare questa brutta immagine di te, la forza che ti ha portato fin qui non ti abbandonerà ora che sei triste e ti senti solo. Poi penseranno che tu sia spensierato, che in fondo tu non abbia i loro impegni, le loro scadenze, che tu sia un privilegiato, ma tutto ciò solo perché sei stato troppo disponibile, troppo presente… e che devono pensare? Sei troppo gentile, non vuoi scontentare nessuno, e chissà perché scontenti tutti. Ma poi non fare tragedie, il mondo è un gioco di ruoli e quando tu ti sei accorto di tutte le mine che galleggiavano nel tuo mare ti hanno deriso, ti hanno rinchiuso, ed ora sei vivo e felice che a te sia toccata la sorte del sorcio che come quel brutto anatroccolo, poi è diventato un bellissimo cigno. Cosa toccherà agli altri? E’ il momento di ritrovare l’immagine di se stessi non...
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Ed infine scoppia il pianto

Gli occhi guardano un orizzonte che non credono possa esistere e sono le gocce di pioggia sull’impermeabile troppo grosso che fanno venire i primi brividi, così freddi che la panna non si scioglie nella cioccolata. Così c’è bisogno di calore in estate e le spiagge bagnate sono ai monti, mentre la città scorreva sulla destra in una fila di racconti di storie di un passato che non aveva insegnato abbastanza. Ma poi un’anima cresce e annusa il suo destino a cui aggrapparsi con tenacia, a qualunque costo, così il vento sfiora le guance come un prego segue un grazie celestiale, perché in quel monte così sacro qualcuno ci sta vegliando. Perché oggi, perché così, perché tutto è così nuovo mentre nessuno, guardando, capirebbe niente? E allora grazie per quel piatto enorme che accontenta la folla che festeggia il primo giorno bello, che a tavola sono solo in due. E allora...
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Tutti quelli che ti hanno abbagliato

Sarebbe saggio non considerarsi infallibili nel giudicare le persone e non lasciarsi abbagliare dalle apparenze, ma chi di noi non si è pentito di ciò ad un certo punto sembrava sicuro ed affidabile. Così un giorno ti innamori ed un altro ti disinnamori, e talvolta ti rimangono in mano i cocci di una passione che non c’è più, ma che non puoi sradicare come se nulla fosse. Sono cocci d’amore che mai nulla hanno insegnato, schegge di pazzia che non lasciano la tua vita e te la annebbiano ogni volta che sei sicuro di non sbagliare… finché dura, finché dura. E’ sempre l’incontro giusto, è sempre il destino che doveva compiersi, e poi è solo una volta che quel treno passa e, chissà perché, tu non sei in stazione, ma a farti male dietro le tue idee scolpite nella pietra che poi si rivela sabbia. Esiste la mezza mela, ma...
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L’amore è riconoscersi dall’odore

Strano concetto quello dell’intimità, quel qualcosa che ti fa sentire vicino intimamente anche quando di fatto sei lontano. E fai finta, fai programmi, studi progetti, mentre guardi l’orologio e vedi che i capelli perdono la tinta. La vera intimità è quindi mancanza? Mentre aspetti che le notti finiscano perché son brevi se sei dove sogni, e sono infinite nella mancanza di quei sensi, non basta più guardare, non basta più sfiorare, perché solo quell’alito lo riconosci all’istante, dopo che una prima volta è entrato in te lasciandoti senza respiro. E inizia il canto delle mani sulla pelle che senti tirare mentre nulla sta accadendo, non si muove nemmeno un dito, rinunci all’oggi in attesa di un domani, che poi hai paura che un domani ti sarà proibito. Così succede quello che mai hai conosciuto, dopo quell’alito che ora ti accende in mezzo a milioni di persone, la vita riparte nuova...
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Dubita che le stelle siano fuoco

La prima volta era solo uno, solo un leggero e vulnerabilissimo fiore colorato che mi ha fatto l’occhiolino, tutto spaventato perché non era mai stato lì con me. E mi assomigliava molto, nel suo rosso che tanto mi ricordava il fuoco dentro di me, con la sua fretta di chi sa che non ci sarà un domani. E ci ho pensato tanto, io che da quello scaffale avevo scelto un brutto verde anatroccolo, che con me ha avuto un futuro e mi ha ringraziato con un unico fiore magnifico che altro non mi diceva che: “Dubita che le stelle siano fuoco; dubita che il sole si muova; dubita che la verità sia mentitrice: ma non dubitare mai del mio amore.” William Shakespeare E poi l’inverno freddo ed isolato, fino ad oggi, in cui ho sentito il suo richiamo, ancora di fretta perché non ci sarà un domani, in mezzo ad...
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Dall’inizio a fianco di te

E se io fossi innamorato, se io fossi estasiato, cosa scriverei per urlare il mio amore in un mondo distratto e disfatto, che di belle parole ne ha sentite tante, e poi si è girato dall’altra parte mentre piangevo? Non ho la risposta, e mi escono soltanto queste parole che io so essere la verità, mentre il sole caldo che non è quello là, e sotto un cielo blu che l’aria non profuma nello stesso modo, sono lontano che non si può vivere e la pelle non sente quei brividi di paura che solo ieri parevano insopportabili. In un giorno si può fare tanta strada da non sentire più il profumo, in sei mesi ne puoi fare così tanta che potresti avere solo l’illusione di essere lontano da quel qualcosa che ti attrae e non ti lascia più respirare, che non vuoi che ti lasci, che chiedi alla vita solo...
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Bisbigliare tutto l’amore del mondo

Ma siamo sicuri che sia necessario parlare per far sapere al mondo che malgrado tutto c’è un motivo per amare? Forse no, sicuramente no, perché dopo che hai creduto di aver trovato le giuste parole, quegli occhi ti osservano dolci e capisci che loro avevano da tempo compreso ogni cosa. Un po’ perché gli occhi parlano anche quando non vedono, un po’ perché c’è sempre qualcuno che ti chiede, ti sprona, ti accende quella curiosità di sapere che cosa direbbe l’altra metà se ne avesse occasione, se si liberasse da quella paura che spesso tappa la bocca. Paura di cosa poi non si sa, mentre mille immagini del passato scorrono a ricordarci errori e ferite, niente può descrivere ciò che si prova in quel momento in cui è più la ragione che l’emozione a condurci per mano. E’ bello, è forte, non farlo scappare… potrebbe far male, ma anche no,...
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Fino al prossimo gradino

Eccoci, ci siamo, l’ultimo sforzo e siamo in cima alla scala che quest’anno abbiamo deciso di salire. È solo il traguardo che ci eravamo fissati, e forse avremmo potuto osare di più, perché questa salita porta fino alle stelle. Ogni risultato di cui ci possiamo vantare non è che solo una tappa di un viaggio che mai avrà fine. Forse siamo stanchi, forse siamo preoccupati per quelli che saranno i prossimi pendii. Sappiamo che richiederanno le stesse energie già profuse in passato per calpestare gli stessi sassi che lastricano da tempo una strada piena di buche, col tuo carattere che viene da lontano, quando quel bambino ha imparato a dire di no a tutto ciò che era falso ed a schivare i colpi bassi. Solo un gradino, mentre mille altri appaiono in un orizzonte pieno di nuvole nere, ma un passo più in alto per comprendere bene cosa c’è attorno...
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