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Sono stato troppo amato

Tu, italiano pauroso, chi ti ha dato questa vita non è chi oggi detta, incapace, le tue giornate. Anche io so di essere stato troppo coccolato, in un mondo così generoso che altro non poteva fare che generare figli deboli, che oggi non riconoscono più la madre, e madri che oggi non difendono più i figli. Ed ora siamo in due, solo polvere che insieme non vale molto di più, perché poi, dopo tutte le parole, siamo fronte a fronte che ci spingiamo in attesa di un evento che soddisfi il nostro inutile ed insignificante ego, come rettili in attesa dietro alle pietre bollenti del deserto. Ma so che tu sei tu, unico più qualcosa che voglio darti io di cuore e che arriva un poco anche da lassù, mentre, amico mio, a sorreggerci c’è rimasto solo un Dio che sa aspettare il suo momento per essere pregato. Ma Lui...
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Mi spezzo ma non mi piego

Quante persone hanno ceduto alla prepotenza, alla violenza, al ricatto? Quante persone, in nome di non so quale bene, si sono rassegnate alla paura, hanno rinunciato alla dignità e alla libertà? E la pace non è più pace, la vita non è più vita. È il suicidio delle anime, è l’assassinio di un popolo che ha fatto la storia. Noi che nasciamo nel perdono, nella difficile rinuncia ai beni terreni in nome di un infinito celeste, pieni di buoni propositi che frenano la riscossa di un paese umiliato, mentre gli esasperati non possono che comprendere meglio la legge dell’occhio per occhio, dente per dente. Siamo pronti ad amare, pronti a donare, e dunque rinunciare al possesso di una parte di noi stessi, ma che non sia mai la propria dignità, unica occasione di vita autentica. E seppur i tempi non siano quelli delle abbondanti raccolte, c’è chi persevera in tenacia...
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L’ultimo uomo che ha camminato sulla terra

Sono gli ultimi passi, fatti con grande calma, con la voglia di guardare indietro e l’orgoglio per non farlo. La scaletta di metallo, pochi gradini per entrare nel nuovo mondo che si raggiunge con un pulsante grigio in mezzo a tanti altri, e mentre la strada si conclude, alle spalle è tutto un rifiorire, un tornare verde, con i fiori che prendono il posto dei palazzi e l’aria che torna pura anche se nessuno voleva più credere alla vita. Ma la vita c’era, nascosta alla vista di chi non voleva vedere, ma presente qui in quel mondo in cui l’uomo ha abdicato dopo aver succhiato ogni linfa, fino ad andarsene. Perché l’uomo voleva raggiungere l’infinito, voleva andare dove il cielo tocca il mare, ma è stato schiacciato tra quelle linee immaginarie, capaci di inondare la realtà eschiacciare chi non comprende che oltre quella linea Dio è seduto da sempre, in...
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Il professore ed il cigno nero (un po’ blu)

La giacca e la cravatta l’aveva anche il primo giorno in cui, senza battere ciglio, fece severo la prima domanda sulla luce in fondo al tunnel. Ed il cigno, finanziariamente anatroccolesco, allungò il collo e vide più in là un orizzonte mai esplorato, pieno di cose nuove che avrebbero potuto nutrire tanti altri ingenui come lui. Ed allora si mise ad ascoltare con attenzione quella canzone così semplice da imparare a memoria. Insieme a loro c’era il guardiano del futuro, pieno di vibrazioni, mine e paure, come quei cani che non dormono per la paura che gli rubino l’osso, e da dentro il suo tempio, non sapendo elargire consigli, faceva di tutto per dare il cattivo esempio, riuscendoci benissimo con la sua palla avvelenata. Capitava raramente che il cigno fosse più veloce delle immagini, ma quel giorno fissò ogni fotogramma, ancora oggi fermi in quel favoloso strumento multifunzione che fa...
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Grazie dei fiori, anch’io ti farò un mazzo così

Credo che la gente vada aiutata sempre, pure senza un motivo particolare. Direi che il momento giusto per aiutare sia quando sembri non esserci motivo, o quando nessuno te lo ha chiesto. Sì perché, pensaci bene, ti sarà capitato che qualcun altro ti abbia teso la mano proprio quando ti serviva e, da quel momento, ti sei sentito in debito con la vita. Un debito pagabile a vista, in ogni frangente, con chiunque allunghi una mano perché si trova in acque troppo profonde. Un debito che non finisci mai di saldare fino in fondo, che si paga con l’impegno per la parte capitale, e con la rinuncia alla riconoscenza per la quota interessi. Lo so, può sembrare irriconoscente chi, avendo avuto un aiuto, non trovi il modo per ringraziare e sdebitarsi, ma forse è solo in difficoltà, imbarazzato per il peso di aver dovuto accettare quel grande dono. E’ un...
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Quella folle immaginazione

Dicono che il mondo non stia fermo perché Dio non volesse farci vivere fermi nello stesso posto, ed è così che dalla notte dei tempi, da quando due uomini per primi iniziarono insieme a collaborare per farci trovare tutto quello che oggi troviamo pronto all’uso, corriamo di qua e di là come dei matti, come gazzelle e leoni, in cerca di niente talvolta, condannati a non dover mai star fermi. Che poi non è tanto il correre che mi turba, quanto il non avere il tempo di mettere a fuoco le immagini che si susseguono. Certe volte riesco a vederle un po’ più chiare, ma non appena dò un nome a ciò che vedo, l’immagine è già cambiata perché corro, corro troppo. Poi capita il giorno che decido di prendere una strada su e giù, con la terra, il fango, le pietre, le pozzanghere, e le ruote della Jeep ti...
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Con il tuono in bocca ed il fulmine nella mano

Oh mio Dio, concedimi la serenità per aprire gli occhi su questo mondo e di accettare le cose che non vorrei vedere, con il coraggio per cambiare quelle che non vanno. Talvolta mi giro dall’altra parte non per paura, ma per non giudicare il prossimo di cui non ho avuto tempo per vestire i panni, e non mi allontano dalla natura che amo, non voglio che il mio cuore diventi duro. La nostra Terra che non ci appartiene, l’uomo che appartiene alla Terra, perché tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce un popolo fiero. Qualunque cosa capiti alla Terra, capita anche ai massimi figli che noi siamo, noi che vogliamo tessere la tela della vita, spesso ignari di esserne soltanto un filo sottile. Rovina quella tela e morirai, perché non puoi rivendicare il diritto di poter fare quello che ti fa comodo. L’unico che ha un tale...
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La mia luna piena delle campagne

In quella calda notte di luglio il mondo sembrava essersi preso una pausa, ma cercando di fissare le montagne in lontananza si aveva la percezione che l’aria fosse visibile e ondeggiante. Nel silenzio in cui percepisci sbattere le ali del moschino più piccolo e fastidioso che si lamenta con il dio degli animali perché non ama il posto a lui assegnato, un vecchio lupo, seduto in un prato pieno d’acqua e fango, ululava disperato, mentre io faticavo a scorgerlo in quel buio In cielo, una sottilissima luna nascosta dietro la calda foschia che rendeva ancora più opprimente la serata, osservava il mondo nel suo frenetico impazzire. Per un poco continuò distratta il suo compito serale, ma infastidita dai continui e disperati ululati del cane lupo soffiò sulla foschia per rischiarare un poco la visuale e si rivolse al lupo chiedendo se non fosse il caso di smetterla di fare tutto...
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Guardo da un’altra parte perché tu non veda i miei occhi

Faccio finta di non vedere, faccio finta di non sentire. Non rispondo, non provoco, ma non è vero che non giudico. Non punto il dito, misuro la distanza tra le parole a caldo e la realtà a freddo, il freddo dei morti che si fidano, il gelo di chi ha paura, ibernati in una favola di streghe cattive che mangiano bambini. E allora mi impegno ad ignorare, penso a come non pensare a ciò che sembra aver sostituito l’aria che respiro, presente ovunque ed in ogni momento, negativa melassa energetica che opprime e schiaccia ogni cosa che prima era bella. Mi metto in ascolto di me stesso, cerco di mettere la mente in disparte, così che non si connetta più con la realtà che esiste solo perché la raccontano, ed io possa tornare a vedere le cose come sono veramente. E’ arrivata veramente l’ora del distanziamento, della vera solitudine che...
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Non essere come quelli i cui cuori sono pieni di paura

Noi popoli civili, noi europei viziati oltre ciò che ci potevamo permettere, non sappiamo più cosa sia essere uomo, uomo vero, uomo con il dovere di preoccuparsi del mondo in cui vive, quel mondo che dovremo lasciare presto o tardi, qualunque sia il gradino della scala sociale su cui siamo seduti. L’ipocrisia e l’egoismo ha preso il sopravvento, e la meschinità ha portato vigliaccheria, paura di vivere. Siamo capaci solo di implorare pietà davanti ad un nemico che potremmo sconfiggere semplicemente con un po’ di coraggio. Ci furono dei popoli fieri una volta, e, seppur sconfitti dal progresso assassino, non persero il loro carattere, il loro orgoglio, le loro piume, e la consapevolezza che un vero guerriero sa di essere totalmente vulnerabile, ma combatte fiero ogni battaglia. Quei popoli non si vendevano per qualche giorno in più da pecora, e ci hanno tramandato lo spirito con cui ci dovremmo alzare...
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Vengono, lasciano un segno con le unghie e se ne vanno

Lo scopo di una vita si concentra in pochi attimi in cui tutti i puntini si uniscono, e tu sei lì a risplendere. Sei nato per quello e nemmeno lo sai, e come quei fiori che vivono colorando la vita per un giorno soltanto, la sera chiudi i tuoi petali ed in silenzio ti incammini verso l’infinito che non conosci. E così ci lasci soli, e sempre vedo rabbia e malinconia, e tutti gli sguardi che si incrociano per chiedersi se non si poteva fare qualcosa. Ma cosa? Niente, non c’era niente da fare nel passato, c’è solo da unire e stringere le mani ora, adesso, in questo momento, perché il ricordo di un momento fantastico della nostra vita, quello in cui ci è stata donata la speranza mentre tutto sembrava troppo, non possa essere mai dimenticato, ed anzi possa ispirare chi, in fondo, non ha paura di morire per...
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La magia delle donne

Perché chi non lo ha capito, non ha mai visto lo sguardo di una donna che guarda suo figlio. Perché chi non ci crede, non coglie la connessione che esiste tra ciò che vuole e la sua realtà quotidiana. Perché le vedi arrabbiate. Mai come in questo momento le vedi rabbiose nel fare e nel non fare, e, superato quell’attimo di fastidio causato dal non conoscerne i motivi, ti rendi conto che stanno soffrendo e si difendono. Si stanno solo difendendo, con i mezzi che hanno, inconsapevoli fate magiche a cui hanno legato male, molto male, le ali. E le hai convinte che la vita è “m’ama”, o “non m’ama”, e loro hanno scelto sotto un carico di pressioni, e forse sorridono anche per un po’, addirittura arrivano a sorridere a lungo, ma nel momento in cui la luce si spegne e c’è l’incontro con il loro essere donna, il...
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