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Non buono di essere cattivo

Ci ho provato in tutti i modi, anche a costo di prendere i pugni sulla faccia. Eppure “Massimo come sei buono!”. “Massimo la tua voce mi rasserena!”. Ma come? Io che urlo che son forte, io che minaccio e tuono di vincere la morte? Sono qui a chiedere al Signore quale dono volesse riservare a questo poveraccio con le mani del buon cuore, se nemmeno il talento di essere cattivo posso vantare! Che poi questo è il mondo in cui i cattivi cambiano le scarpe ogni giorno, un mondo in cui essere cattivi è solo una scelta da fare. Che se poi guardi un po’ più in là ti accorgi che basta solo dire basta, rifiutarsi di ferire i fratelli, basta fare la propria parte. E allora ovunque sarai, basterà ascoltare per sentire quello sguardo e vedere quelle note che solo una mano che ti sta accarezzando potrà rendere vere,...
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UBI TU IBI EGO… ovunque tu sarai, lì io sarò

Sempre pronto, pronto qui per fare qualcosa per chi? In giro con gli occhi che vorrebbero chiudersi mentre l’asfalto corre veloce e le dita che schiacciano i tasti per trovare qualcuno con cui parlare e scordare per un po’ che, quasi quasi, non stai in piedi. Tanti, tanti, tantissimi cuori che battono in attesa di una persona che dia loro le parole per raccontare quelle emozioni che da sole non vogliono uscire, nemmeno guardando i tappeti gialli di foglie che in questi giorni si stanno formando ai lati delle strade della fantasia e che in un attimo un soffio di vento spazzerà presto via e andranno a galleggiare in quello specchio d’acqua su cui i cigni guardano da lontano. Quegli occhi fissi che girano i mondi e intanto pensano, mentre sognanti forse luccicano, o forse no, che sei lontano e non sanno come sentire quell’energia che fa vibrare come in...
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Quando ti lavi le mani con la sabbia

C’era una panchina nel regno dell’incuria, sulla via desolata di quella campagna che non c’è più perché oggi il democratico l’ha abbellita togliendole quella (secondo lui) ”inutile” poesia. Seduto con la radiolina grigia in mano e il tuo amico che dice che è finita, ma mentre mostri un sorriso rassegnato, dentro sai che finisce quando Dio fischia. Speranza, follia, illusione, delusione, mentre il gigante ha già giocato le sue carte invincibili e tu, credi di essere nel mondo delle favole? I soldi, l’industria, il potere, l’organizzazione, l’arroganza contro il cuore, eppure, poco prima dei tre fischi, ecco tre coraggiosi, con le rughe sulle mani, che ribaltano il risultato in un momento, in un sussulto che segna la storia delle persone appassionate che hanno sempre lavorato e fatto sacrifici a testa alta, uniti anche nel ricordo di una tragedia che, non tantissimi anni fa, ha fatto angeli tanti eroi. Sì, ora...
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Una donna in metropolitana

Puoi vederli anche al telefono i suoi occhi bassi, puoi sentirla in silenzioso la sua paura, e il suo respiro che solletica l’orecchio lontanissimo e che si arresta ogni volta che in lei nasce la speranza di ascoltare le giuste parole. Ed è così che immagina i suoi desideri, li accarezza nel profondo di sé stessa, e decide di partire per il viaggio, quello che da tanto tempo era nata per fare. Superate le vergogne che solo chi non conosci riesce a sfumare, trovate le parole per capire che ciò che fa paura è solo quell’io che ha deciso di nascondere alla vista degli altri e che la vita rinfaccia tramite gli altri, scende in metropolitana in quella fermata che una volta l’ha fatta ridere, ed ora rappresenta il suo valore nella normalità dei giorni che sono scorsi troppo lenti per il battito del suo cuore. Ma gli occhi non...
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Così tante persone da uccidere e così poco tempo!

Non c’è che dire, il male fa sempre proposte affascinanti, oserei dire irresistibili, ma, come quando ti lasci sopraffare dalle emozioni, poi finisce sempre che ti penti di aver imboccato quelle strade. Ed oggi siamo arrivati alla fine di un amore, l’amore per la libertà, che muore senza lasciarci la consolazione che di peggio non possa accaderci. Quella sensazione ce la darebbe solo la morte vera, ma è troppo presto per invocare ciò che sarà un giorno per tutti inevitabile. Mi si scusi se qualcuno potrà leggerà in quel “tutti” del disprezzo maligno verso chi tale concetto mai ha appreso, perché son cose di natura che rendono giustizia anche all’essere più insignificante che ha calpestato questa terra desolata. E chi si esalta nell’elogio alla non violenza, e chi si gira di spalle alle mani da troppo tempo tese verso chi ha tutto e chiede tutto a chi ha niente, come...
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Vivere circondati da stronzi

Poco tempo fa un amico mi avvertiva del fatto che ascoltare persone che hanno problemi, anche per il solo fatto di volerle aiutare, porti alla depressione. Ma in realtà, forse perché sono troppo cinico, o eccezionalmente insensibile, ascoltare chi so che poi mi dirà grazie, sento nel mio profondo che mi fa star bene. E mi sto sempre più rendendo conto che rabbia e sconforto mi derivino dal fatto di dover avere una vita sociale poco distanziata da un sacco di stronzi dispensatori di energia negativa. Già, sono un sociopatico arrogante, un vanesio che pensa di essere chissà chi, ma è arrivato il momento di dirlo chiaramente a tutti: sono quello che sono. Il saldo dei primi 55 anni è molto positivo dal punto di vista etico e morale, e quindi, pur consapevole che ogni mio sforzo per migliorare il mondo sia solo una goccia nel mare, lo sono anche...
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Tutto il cielo guarda alla tua crescita

Mi chiami per chiedermi come viver bene, ma mi accorgo che che tieni in massimo conto solo il vivere come tale. Cosa serve contare un giorno dopo l’altro, se non senti l’universo in cui viver solo può significare o privilegio o castigo? Gli occhi luminosi del firmamento dall’alto, nascondendosi con la luce del sole, ti vedono passare le giornate in ricchezza ed abbondanza di beni materiali, ma senza una mente serena, senza pensare più a fare bene che a star bene, quell’antichissima ricetta dello stare meglio. Lo so, me lo dici sempre, l’oppressione continua, il vento gelido delle parole che urlano terrore, eppure il benessere dipende solo dalla tua capacità di distogliere l’attenzione da una cosa per spostarla su un’altra che ti fa respirare. Non la vita, ma la buona vita deve essere apprezzata, senza accontentarsi di ciò che siamo costretti a fingere di essere per credere di valere chissà...
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Il pianeta al verde

Mi piace molto questa rivoluzione ecologica, ma ho idea che costi troppo, perché non so come essere più al verde di così, con le tasche vuote. E bello il verde, il colore della natura, il colore a cui pensiamo per immaginare qualcosa che faccia bene, che sia salutare, a cui l’uomo non ha messo mano. Quale cosa ammantata di verde potrà sembrarci maligna, venefica, inumana? Quale uomo normale potrebbe attribuire al colore verde un significato negativo, se nel sentire comune rappresenta l’abbondanza e il fluire costante di tutto ciò che arriva a noi da madre terra? Nessuno potrà in quest’opera nefasta, ma qualcuno riuscirà sempre a sfruttare l’espressione feconda del verde per ricoprire ciò che buono non è mai stato, come una carta splendente che avvolge quel regalo che a Natale non è piaciuto a nessuno. E forse la futura ecologia sarà mettere tutti al verde, o forse no, forse...
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Vita e apprensione

Ora basta vivere con apprensione, con quella paura della morte che si sa che comunque arriverà, ma che non mi va di come potrebbe arrivare. Siamo progettati per sopravvivere, abbiamo un istinto che va oltre la nostra ragione, spesso molto limitata, ma poi non serve credere a chissà quale paradiso quando la morte, in fondo, altro non è che la pace totale, oltre ogni demone che ti vuole schiacciare. E quindi devo bramare la morte come fonte di pace, della mia pace, come chi, senza più coraggio, in realtà ne trova abbastanza per farla finita in un ultimo sussulto di orgoglio o di paura? Non sarò nè il primo nè l’ultimo a farmi questa domanda, ma non sarà la paura del futuro a prendermi per mano verso le mie conclusioni, come non sarà la rabbia per ciò che non mi piace che prenderà il sopravvento quando dovrò decidere. Farò in...
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Noi che crediamo nello Stato, e lo Stato che crede al ricatto

Accettare il ricatto è ciò che l’uomo che si crede libero paga al demonio, perché questa è l’Italia che ci siamo fatti rubare, la Repubblica fondata sul ricatto delle mafie più o meno legalizzate. Noi siamo in democrazia, ma cosa significa democrazia? Significa che quando abbiamo avuto bisogno di protezione ci siamo rivolti al politicante viscido di turno, quando avevamo bisogno di giustizia abbiamo cercato un amico che aggiustava le cose, quando il lavoro veniva a mancare noi lo abbiamo elemosinato alle organizzazioni che dicevano di essere meglio dello Stato, quello Stato che è sopra ogni cosa come una coltre di fango dopo una alluvione. E tu gli hai dato il diritto di calpestarti in nome di un qualunque bene lo Stato ritenga per sé tale, capace come un diavolo di ricattare l’uomo con la vergogna e il senso di colpa ed impotenza… che poi per ogni diavolo esiste un...
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Mi sono rotto il cazzo

Perché non sono una preda, perché non ho il pelo ed una coda, perché ora di sta paura che ci spinge tutti nella trappola mi sono rotto il cazzo. Che si spezzino le funi, che il tuono sfondi i cieli, e gli animi impauriti si rendano conto quanto i disastri della vita siano ormai diventati nulla davanti a questa oscena pressione che i cacciatori imprimono dall’alto dei loro cavalli. La manipolazione a sangue attende ognuno di noi appena svegli la mattina. Non ho più nemmeno il diritto di soffrire come la vita mi ha insegnato, perché tutta l’attenzione del mio essere vigile è rivolta a gente che suona il corno di caccia ed aizza i suoi cani pulciosi contro persone inermi, senza ricordare cosa potrebbero fare le mamme se alzassero la testa tutte insieme. E poi direte che sono violente, illiberali, no qualcosa che vi inventerete. Bastardi! E mi sono...
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Mamme ordinarie, mamme straordinarie

Quando quelle voci tremolanti che si accorgono che sono io dall’altra parte del telefono fanno il primo respiro, la prima pausa dopo la frase che è uscita un po’ commossa dalla bocca, è subito chiaro che ora c’è voglia di abbattere le dighe e far defluire velocemente tutto quello che da tempo è troppo compresso in quei corpi esili pieni di paura. Un’altra pausa, un respiro profondo, un nuovo contegno, ed è come se ci conoscessimo da sempre, e le parole non hanno più freno, e le emozioni frullano nelle pance che sono piene di pane, ma talvolta solo d’aria e angoscia. Sono le mamme preoccupate di non essere buone mamme, madri che fino ad oggi hanno vissuto altalenanti vite che hanno generato dei figli di cui preoccuparsi, perché la vita è proprio questo: scegliere o far nascere qualcuno di cui farsi carico dei suoi problemi e dedicarsi a questo....
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