Ma siamo sicuri che sia necessario parlare per far sapere al mondo che malgrado tutto c’è un motivo per amare?
Forse no, sicuramente no, perché dopo che hai creduto di aver trovato le giuste parole, quegli occhi ti osservano dolci e capisci che loro avevano da tempo compreso ogni cosa.
Un po’ perché gli occhi parlano anche quando non vedono, un po’ perché c’è sempre qualcuno che ti chiede, ti sprona, ti accende quella curiosità di sapere che cosa direbbe l’altra metà se ne avesse occasione, se si liberasse da quella paura che spesso tappa la bocca.
Paura di cosa poi non si sa, mentre mille immagini del passato scorrono a ricordarci errori e ferite, niente può descrivere ciò che si prova in quel momento in cui è più la ragione che l’emozione a condurci per mano.
E’ bello, è forte, non farlo scappare… potrebbe far male, ma anche no, e corri fino a staccare i piedi da terra in un cielo che può essere stelle e può essere tempesta.
Un lunghissimo silenzio di respiri che suonano i brividi del corpo, qualche sospiro che la pressione si alza sotto la pelle sudata che un attimo prima era fredda, e arrivano i bisbigli per dire ciò che entrambi sanno già, ma vogliono sentire, e regna una pace che niente può accadere.
E’ un miracolo che vale la vita, che rende giustizia a quel racconto di amore e sofferenza che non sai perché dovresti leggere, in un libro di pagine troppo spesse che far girare è fatica che piega ogni schiena.
Sono bisbigli di urla che arrivano alla luna, sono bisbigli che accarezzano i capelli che solo quella mano sa accarezzare, sono bisbigli per dire ci sono io che veglio su di te, sono bisbigli che certe volta hai paura possano diventare urla.
Ma quel flebile discorso bisbigliato mai sarà raccontato in nessuna favola, mentre ciò che si pensava impossibile, è già diventato realtà.