Ammetto che l’educazione impartitami non mi ha permesso all’epoca di esaltarmi più di tanto. Un controllo stile KGB era quotidianamente attivo sulle mie azioni, ma dentro di me l’ammirazione per chi violava le regole era tanta, e c’era sempre spazio per loro nei miei racconti.
Ho preso una strada professionale ed accademica seria, eppure i piantagrane li stimavo e ne raccontavo ancora le gesta qua e là.
Eppure avrei dovuto girare loro al largo, altrimenti chissà che cosa la gente avrebbe detto di me, ma del peso di quei giudizi mi sono liberato molto presto, quando ho deciso che la testa non la avrei abbassata mai, e che certe regole se le sarebbero dovute mettere nel culo.
Ed oggi che sono un po’ vecchio?
È da quel giorno che vivo in continua guerra, ma credo non esista una vita più bella di questa senza pace, perché oggi, dopo tanti anni ad affilare le unghie, vedo che le persone che ancora dimostrano di avere una spina dorsale ed un carattere forte, sono i miei amici ribelli dei tempi che furono.
Noi abbiamo segnato un’epoca non semplicemente attraversandola, dicendo la nostra e battendoci per il nostro futuro, ed oggi facciamo lo stesso davanti a chi si genuflette per un interesse che presto svanirà e li lascerà inermi davanti ai loro carnefici.
E allora ricordo chi elaborava il motorino per portare, molto rumorosamente, un amico in sella, chi a chi faceva le impennate dritto nel vento senza avere un monopattino sotto i piedi, a chi a scuola veniva tardi e dava del tu al prof., ma le cose le studiava a modo suo, chi i capelli li ha sempre portati come voleva senza chiedere o pretendere che gli altri approvassero, chi non ha creduto che la vita fosse idealizzare quella degli altri perché poi ognuno avrebbe scritto il suo finale.
Me li ricordo tutti, e li rivedo fuori dalle regole anche oggi, capaci di tenere la schiena dritta e pronti a pagare un prezzo per essere rimasti uomino così come erano, davanti a folle oceaniche di invertebrati che ululano come i lupi che non sono, per spaventare le altre pecore come loro, sempre alla ricerca di diritti e sicurezza pagate con il sangue degli altri.
Ed allora viva Zeta, Cada, Max, Max P, Moreno, Giuseppe, Daniele e tanti altri pianta casino che nella vita ho incrociato in un periodo fantastico che auguro ad ogni giovane di poter assaporare se hanno le palle per farlo, entrati in un momento nel mio cammino per rimanerci anche solo mentalmente per sempre, mentre osservo le loro idee prendere forma su quei social sempre più contrari all’intelligenza, mentre li scruto sorridere tra se stessi perché loro sanno benissimo che… vinciamo sempre noi.
Oggi ho capito bene la differenza tra noi matti e l’insulsa mancanza di argomenti dei manipolatissimi ligi alle regole, e so che non ci saranno parole per far comprendere ciò che provo, perché c’era già chi da piccolo aveva capito tutto da solo, e non sono riusciti a mettergli le catene.